L’acqua sulla Luna nascosta all’ombra di rocce e crateri

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La nuova ipotesi dei ricercatori della Nasa

L’ombra di rocce e crateri lunari potrebbe nascondere acqua (fonte: NASA)

Sulla superficie della Luna le zone d’ombra create da rocce e crateri potrebbero nascondere acqua sotto forma di brina: a suggerirlo è uno studio pubblicato sulla rivista Monthly Notices of the Royal Astronomical Society da due ricercatori del Jet Propulsion Laboratory (Jpl) della Nasa.



“Oltre dieci anni fa – ricorda Bjorn Davidsson, co-autore dello studio insieme a Sona Hosseini – è stata rilevata la possibile presenza di acqua sulla superficie illuminata della Luna e questo dato è stato poi confermato dalla missione Sofia della Nasa nel 2020”. Il ‘telescopio volante’ installato nella fusoliera di un Boeing 747SP aveva infatti trovato le prove della presenza di molecole d’acqua anche nelle regioni lunari illuminate dal Sole, quindi al di fuori delle regioni perennemente in ombra ai poli lunari.

“Inizialmente queste osservazioni sono sembrate controintuitive: l’acqua – prosegue Davidsson – non dovrebbe resistere in un ambiente tanto difficile”, dove le temperature possono raggiungere i 120 gradi. Si era ipotizzato che l’acqua fosse intrappolata nelle rocce lunari, ma questo non concordava con le osservazioni secondo cui la quantità di acqua diminuisce prima di mezzogiorno (quando il Sole è al culmine) e aumenta nel pomeriggio.

Per risolvere questo problema, i ricercatori del Jpl hanno provato ad affinare i loro modelli tenendo conto della asperità della superficie lunare fotografate dalle missioni Apollo: hanno così dimostrato che rocce e crateri creano delle piccole zone d’ombra dove l’acqua può resistere sotto forma di brina. Man mano che queste aree vengono esposte alla luce solare, l’acqua evapora nell’esosfera lunare (prodotta da tenui gas che agiscono come una sottile atmosfera), da dove poi ritorna ciclicamente in superficie riaccumulandosi in altri luoghi che nel frattempo sono tornati in ombra. Per verificare questa teoria, Hosseini sta guidando un team con l’obiettivo di costruire sensori ultra-miniaturizzati per rilevare i deboli segnali del ghiaccio d’acqua. Uno di questi strumenti è lo spettrometro Holms, che potrà essere installato a bordo di lander o rover lunari.


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